Brano tratto dal libro "una ragionevole strage" di Mireille Horisinga-Renno, dove l'autrice descrive la genesi del programma di sterminio dei malati di mente


Con un decreto emesso il 18 agosto 1939, Adolf Hitler richiede ai medici e alle ostetriche di effettuare un censimento «scientifico» delle malattie genetiche ed ereditarie. In un primo momento il programma riguarda solo i bambini con meno di 3 anni. I piccoli selezionati dal censimento vengono eliminati attraverso iniezioni di morfina o di scopolamina, per somministrazione di luminal o facendoli semplicemente morire di fame.


Ben presto la selezione viene estesa ai portatori di handicap adulti.
Nel corso della invasione della Polonia, nel settembre del 1939, Hitler convoca nel suo quartier generale di Danzica il dottor Leonardo Conti, responsabile dei servizi sanitari civili e capo della Camera dei medici del Reich, e Hans Heinrich Lammers, ministro del Reich e capo della Cancelleria. Incarica i due uomini di approfondire la questione della selezione e dell'eliminazione dei portatori di handicap. Lammers auspica che il progetto sia accompagnato da tutte le garanzie legali e regolamentato dalla legge. Hitler affida allora la missione al capo della cancelleria del Führer Bouhler e al medico suo assistente: Karl Brandt.
Ha così inizio il «programma di eutanasia» battezzato Aktion T4. L'amministrazione è sotto il diretto controllo della Cancelleria del Führer. I principali responsabili sono: Philip Bouhler, capo della Cancelleria e generale di divisione delle SS, designato responsabile generale dell'azione T4; Karl Brandt, professore di medicina, medico personale di Hitler, generale di divisione delle SS, Alto commissario del Reich per la Sanità e membro del Consiglio di ricerca del Reich, designato responsabile in carica dell'azione T4; Werner Heyde, professore di medicina, responsabile della messa in opera dell'azione T4; Richard voti Hegener, responsabile della Gemeìnnutzige Krankentransporte GmbH (Gekrat), società addetta al trasporto dei malati verso i centri di eutanasia; August Becker, professore di medicina e tenente colonnello delle SS, responsabile dei gassaggi; Leonardo Conti, professore di medicina e segretario di Stato alla Sanità presso il ministero dell'Interno; Viktor Brack, ufficiale e responsabile amministrativo presso la cancelleria del NSDAP, responsabile dei servizi T4; Werner Blankenburg, generale delle SA.
Con il passare del tempo Hitler confermerà per iscritto i poteri di messa a morte. Nell'ottobre del 1939, su carta intestata privata redige un documento privo di ogni valore ufficiale e retrodatato al 1° settembre 1939 - la data dell'entrata in guerra - con il quale conferisce a Bouhler e Brandt il mandato di estendere ai medici nominalmente designati il diritto di decidere se, secondo loro, dopo severa diagnosi, debba essere inflitto il colpo di grazia a malati incurabili.
Attraverso questa procedura - che rimane segreta - i nazisti pensano di dimostrare ai mondo che, eliminando tutti coloro che possono essere un peso per la nazione, il Reich diverrà economicamente, militarmente e scientificamente superiore.
Agli occhi di Hitler però non basta sterminare le persone affette da malattie mentali per purificare la razza. Nella dottrina razziale nazista, le minoranze determinate secondo criteri razziali sono «esseri inferiori» e di conseguenza «non degni di vivere»; dal 1919 Hitler affermava che non si doveva considerare la comunità ebraica come una comunità religiosa, ma come una comunità razziale.
La prima prova di gassaggio avviene nel gennaio del 1940 presso la ex-prigione di Brandeburgo. Ad assistere: Brandt Bouhler, Brack e Conti, La prova ha successo e da quei momento il programma sarà esteso a tutto il territorio del Reich e della Polonia. Vengono istituiti sei centri di sterminio: Brandenburg-an-der-Ha-vel, Grafeneck, vicino a Münsingen, Sonnenstein a Pirna, Bern-burg-and-der-Saale, Hadamar e Hartheim, vicino a Linz. L'esecuzione di massa viene organizzata come una catena di montaggio; ciascuna delle persone che eseguono questo lavoro di sterminio considera il proprio compito come un atto giustificato economicamente e freddamente tecnico.
In Les historiens aliemands relisent la Shoah, Dominique Vidal cita Peter Longerich in Politik der Vernichtung, eine Gesamtdarstellung der NS-Judenverfolgung: «Le diverse fasi dello sterminio - segnalazione delle vittime potenziali, perizia preliminare, trasferimento, messa a morte, utilizzo ed eliminazione dei cadaveri - facevano parte di un processo continuo, paragonabile a una catena di montaggio, destinato a spegnere in massa la vita umana [...]. La decisione di uccìdere e la sua messa in pratica erano separate l'una dell'altra da una serie di tappe: l'uccisione in sé, ossia l'azione di aprire il rubinetto del gas, appariva, nell'insieme del processo, come un procedimento tecnico secondario che si svolgeva senza spargimento di sangue e senza relazione tra assassini e vittime».
Dominique Vidal conclude: «L'azione T4 illustra come il potere sia in grado di trasformare una categoria a priori riluttante, nel nostro caso i medici, in complici di un crimine mostruoso attraverso un insieme di routine, promesse, pressioni e sicuramente convinzioni.»
Il 27 giugno 1945 la polizia militare americana scopre al castello le «Statistiche di Hartheim»: una relazione di 39 pagine, redatta nel 1942, con le cifre relative ai «risparmi» realizzati grazie all'azione T4. Secondo il documento, le 70.273 «disinfezioni» (di cui 18.269 hanno avuto luogo ad Hartheim) hanno fatto «risparmiare» più di 885 milioni di marchi. Nel business della morte somministrata in massa, l'essere umano rappresenta solamente una variabile di questo «orrore economico».